Ascoli Piceno, 24 ottobre - Occupazioni e presidi alle sedi
della Croce Rossa in tutta Italia contro la privatizzazione e il
‘declassamento’ della Cri da Corpo militare ad associazione tra privati.
Questa mattina i militanti di CasaPound Italia e i lavoratori dell’ente
hanno effettuato una serie di ‘blitz’ al grido di “4500 famiglie in
CRIsi. Basta svendite”.
”La Croce Rossa è un corpo di eccellenza del nostro paese ed è stata
umiliata dalla politica, defraudata della propria dignità, ridotta a un
passo dal default da una gestione clientelare e inefficiente che ha
visto complici le Regioni – spiega CasaPound Italia in una nota – Ora il
governo dei banchieri, con l’avallo del commissario, le ha dato il
colpo di grazia, stabilendo la liquidazione dell’ente, un futuro quanto
meno incerto per i precari e una mobilità senza prospettive per i
dipendenti di ruolo, oltre all’approvazione di un piano di riordino,
manco a dirlo ‘lacrime e sangue’, che prevede la svendita del patrimonio
immobiliare”.
”Con il federalismo gestionale, la Croce rossa italiana non sarà più
il punto di riferimento nazionale per i fabbisogni dei più vulnerabili –
aggiunge Cpi – e l’Italia perderà un altro pezzo, l’ennesimo, dello
Stato Sociale, abdicando ancora una volta al suo ruolo di Nazione. Il
servizio d’ambulanza, gli aiuti alle famiglie povere, l’istruzione
sanitaria alla popolazione, la presenza durante le emergenze nazionali
(terremoti, alluvioni, incendi) e internazionali, i soccorsi speciali
(unità cinofile, soccorso in acqua, soccorso piste) sono servizi che con
il business c’entrano poco, ma questo è un concetto ‘indigeribile’ per
tecnocrati che non devono nemmeno confrontarsi con il voto. Oggi siamo
in strada con le famiglie dei lavoratori della Cri per farglielo
comprendere e per mostrare che c’è un’Italia diversa, che sa distinguere
tra business ed equità sociale, e non si arrende ai diktat di nessuno, e
quell’Italia siamo noi”.
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