giovedì 9 agosto 2012

Ascoli città fascista - Il Ministero risponde ad Agostini: “nessuna illiceità” CasaPound: “Ora tutta la sinistra chieda scusa e faccia un bagno di umiltà”

Risposta all'interrogazione al link:
http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.asp?highLight=0&idAtto=51856&stile=7 


Ascoli Piceno, 8 Agosto – E’ arrivata il 16 Luglio la risposta scritta all’interrogazione parlamentare dell’on. Agostini sulla mostra fotografica “Ascoli città Fascista” che aveva mandato su tutte le furie l’apparato della sinistra, causando polemiche a non finire sui giornali. A rispondere, in modo perentorio, è il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo De Stefano. Poche righe, ma ben chiare, visionabili sul sito della Camera.

“Nessun articolo, nessuna pubblicità, nessuna segnalazione – spiega Giorgio Ferretti, responsabile di CasaPound per le Marche – Se non avessi seguito personalmente la vicenda, l’On.Agostini non ci avrebbe neanche mai detto che la risposta era arrivata da quasi un mese. Si sarebbe volentieri sottratto a questa ennesima figuraccia. Una tale solerzia per infangare la mostra sui giornali, che però non ha trovato seguito quando il Ministero ha zittito proprio Agostini (“non sono stati registrati sconcerto o disorientamento nella cittadinanza”).

“Non si sono mai messi in discussione! – Continua Ferretti – Tutte le richieste provenienti dalla sinistra sono state sistematicamente bocciate: prima il vertice in Prefettura che ha valutato di non censurare la mostra, poi la richiesta ai procuratori di perseguire evenutali reati, mai ravvisati, ancora dopo la mozione di condanna richiesta al Comune, bocciata in Consiglio anche quella, ora addirittura la risposta del Ministero che non vede nessuna illiceità sotto il profilo giuridico-ordinamentale, e nessun problema di ordine pubblico/sicurezza, come paventato dal Partito Democratico.”

“E’ ora che questi signori chiedano scusa – conclude Ferretti – per il processo mediatico a cui hanno sottoposto la mostra e CasaPound Italia tutta. Se avessero una dignità dovrebbero quantomeno fare un bagno di umiltà e scrivere una nota unitaria ammettendo i propri sbagli. Ora speriamo che sulla vicenda cali il sipario, come giusto che sia. La libertà ha vinto contro la censura stalinista, le vere foto hanno vinto contro le gabbie di carta, la realtà dei fatti ha umiliato le bugie e i pregiudizi, la storia e la cultura hanno trionfato sulle faziosità. L’essenza di CasaPound ha sbaragliato il soccorso rosso.”

Ufficio Stampa e propaganda
CasaPound Italia - Ascoli Piceno


LE REAZIONI PIU' ISTERICHE:

• “Un'iniziativa che ha provocato sconcerto e disorientamento in città” (Luciano Agostini, PD, Interrogazione parlamentare)
• “Attentato alle libertà democratiche, conquistate nei luoghi di lavoro e con le lotte partigiane”(Cgil, Cisl, Uil, lettera al prefetto)
• “Un’offesa alla storia di Ascoli” (comunicato congiunto dei partiti ascolani di centro-sinistra)
• “Fonte di sicura turbativa dell’ordine pubblico in quanto volutamente e violentemente provocatoria nei confronti di tutti i cittadini democratici” (Cgil, Cisl, Uil, lettera al prefetto)
• “Casapound cela dietro all’associazionismo un inquietante movimento di revisionismo storico” (Francesco Ameli, dirigente nazionale dei Giovani Democratici)
• “Culturalmente e storicamente offensiva, vuole rappresentare Ascoli come totalmente partecipe delle violenze della dittatura fascista, della sua contiguita' al nazismo, alle leggi razziali, alla deportazione degli ebrei” (Stefano Corradetti e Antonio Canzian, PD, ordine del giorno comunale
• “'Un falso storico insopportabile, volutamente e violentemente provocatorio nei confronti di tutti i cittadini democratici e antifascisti di questa citta''' (Pietro Cordoni, coordinatore ascolano di SEL)
• “Dissenso nei confronti di un’affermazione non trova fondamenti storici ed è dunque priva di senso” (Associazione Studentesche “Robin Hood” e “La Fenice”, membri della REDS)
• “Il rendiconto di un ventennio che ha lasciato la sua scia di distruzione e di morte” (Marco Regnicoli, L’Alveare, portavoce)

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